IL NUOVO MONDO DI RAFAHELL

...lontano dalle sue poesie, lontano dalle sue foto...
...riflessioni sulla vita quotidiana....

venerdì 29 aprile 2011

Europe in love!!!

Oggi ho parlato di matrimonio e rapporti di coppia con alcuni colleghi europei.
In particolar modo con colleghi della Polonia e della Francia.
Partendo dal fatto che in Polonia la fede nuziale si porta sulla mano destra, bene o male è incredibile vedere come l'amore sia ugualmente fondamentale in ogni cultura, in ogni parte del mondo. Un uomo non può stare senza una donna, una donna non può stare senza un uomo. O almeno pare sia così.
Ho visto questi ragazzi (coetanei...siamo ancora "ragazzi"?) che si tenevano la mano, si guardavano con gli occhi pieni di luce e scherzavano tra loro.
In quegli sguardo c'era il concetto di unione e di assoluta inconcepibilità del fatto di stare separati. Qualcosa di magico, è da evidenziare.
Addirittura i due fidanzati polacchi avevano lo stesso tatuaggio (di un simbolo giapponese, mi pare) sullo stesso braccio. Un simbolo per loro di eternità. Un'unione imprescindibile della quale non possono privarsi.
Sul mio braccio sinistro c'è tatuato "Love does not exist" e non hanno potuto fare a meno di notarlo. Ovviamente evidenziando tutto il loro disappunto.
Quel che non è chiaro nel mio tattoo è che io mi riferisco ad un concetto, alla parola in sè. Tutto il rapporto di coppia viene basato su questa semplice parole e le sue derivanti (ti amo, ci amiamo, amore eterno...etc...).
E' lì che il mio tatuaggio manda un messaggio. L'amore è una parola. Costruire un futuro insieme è un impegno. Vero. Serio. Reale.
Posso dire mille volte al giorno un "ti amo", ma è la pratica, la quotidianità a rendere reale quel termine. Parlare d'amore non è facile, per carità, e ognuno ha la sua teoria personale su come viverlo e quanto viverlo. Ma associare quella parola ad  una persona, a volte, è deviante per noi e per la vita che conduciamo. Questo sempre secondo la mia piccolissima opinione. Una parola a cui viene data così tanta importanza che poi viene addirittura rinfacciata in un momento di crisi. Quante volte, lasciando qualcuno, ci si è sentiti rispondere "Avevi detto di amarmi!" oppure "Hai promesso amore eterno".
E allora diventa una parola pericolosa. L'amore fa vittime ovunque. Nel momento in cui dici di amare una persona, non puoi più tornare indietro e probabilmente avrei mille problemi che ti porterai in eterno (da cui "amore eterno").
Pessimista? No, realista. Non attacchiamoci a quel concetto, a quel termine che continuo a sottolineare. Una volta associato ad una persona, non si leva più di dosso. Innamorarsi di una persona è una cosa che accade nel tempo, si coltiva con gli anni e se ne raccolgono i frutti solo alla fine della vita, quando ti rendi conto che è stato effettivamente così. Hai amato davvero una persona quando, in fin di vita, ti rendi conto di averla ancora al tuo fianco. A quel punto, potremo utilizzare la parola "amore".
Ognuno di noi è innamorato di qualcuno/a. Ma perchè?
Abbiamo la serenità giusta da quella persona? abbiamo le sicurezze di cui necessitiamo? Cosa ci piace? Cosa ci porta a dire "io amo tizio"?
Me lo sono chiesto tanto negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi, in particolar modo oggi, mentre scrivo ancora me lo chiedo.
Amare...questo verbo misterioso. Per come sono fatto io, amare significa anche non avere dubbi sulla persona che si ama.
Ritengo, nella mia vita, di aver amato abbastanza. Forse anche troppo di quanto meritassero le persone accanto a me. Ma come tanti, mi ritrovo comunque a scrivere di una totale sfiducia nei confronti di questo sentimento. Credo ormai che si possa "stare bene" con una persona, al punto da vivere insieme e condividere le giornate.
Ad ogni modo, confrontarmi con persone di diversa cultura e nazionalità mi ha fatto capire come il motore comune di ogni popolo sia sempre e comunque questo "amore", che ti porta a scelte assurde, che ti porta a tatuarti qualcosa, che ti porta a viaggiare insieme, che ti porta a passeggiare al mare, che ti porta a perdonare tutto, che ti porta a preparare una camomilla alle 2 di notte, che ti porta a sorridere anche quando sei solo, che ti porta a provare piacere anche con un sms, che ti porta alle lacrime di gioia, che ti porta a comprare una casa, che ti porta a smettere di fumare, che ti porta a pensare a quando sarai vecchio, che ti porta a pensare tenersi per mano, che ti porta a pensare al futuro, che ti porta.........vabbè, basta, CHE TI PORTA!!! L'amore ti porta!!! Cioè, ti prende e ti trasporta con sè. Ti prende e ti porta via.
Ca**o......ma niente niente sono innamorato?
Mmm, devo riparlare col mio tatuatore....
Ah, no...il mio tattoo è riferito alla parola....
Ops, mi sono confuso da solo...
Vabbè...ne riparleremo....
Bye Bye
RafaHell

p.s.: parlo d'amore il giorno in cui tutto il mondo sta concentrato sul matrimonio inglese di William e Kate............e improvvisamente ci dimentichiamo che siamo in guerra!!! Mah!!!!!

giovedì 28 aprile 2011

Caro amico ti scrivo...

Inaspettatamente questa giornata merita un secondo post.
Sono proprio gli eventi inaspettati che mi portano a scrivere, anche se stasera non sarò io a scrivere.
Ho trovato una lettera sul ciglio di casa, proprio sugli scalini. Le parole di un amico, un amico a me vicino. E francamente mi è sembrato che ci fosse così tanto da leggere e così tanto materiale su cui riflettere, da non esser necessario aggiungere altro.
Bye bye...RafaHell

"Caro Rafahell...come andiamo?
se ti scrivo sai ebne che c'è un motivo e probabilmente già sai abbondantemente di cosa sto per parlare. Beh, la situazione la conosci più che bene...una situazione surreale, quasi incredibile...da soap-opera. Non entro nei particolari che comunque sai perfettamente.
Oggi c'è qualcosa che non va e io mi sento totalmente fuori dal mondo, con la testa altrove, lo stomaco in subbuglio, chiuso e mille paure, senza contare i tremendi istinti che mi porterebbero a fare qualche follia. Per carità, niente di grave, tranquillo. Le mie follie le conosci. Mi limiterei a fare telefonate, inviare sms oppure a prendere la macchina e andare in quel posto lontano dove risiede la causa del mio male.
Mi sento selvaggiamente male, quasi peggio di quel che potessi immaginare. Un mio amico m'ha detto che è normale, "che ci sta!". Un altro mi ha anche detto che devo aspettarmi qualche nuova evoluzione della vicenda. Adesso la verità qual'è? Forse che io sto fingendo di aver preso una decisione quando dentro di me nutro la speranza di tutt'altro.
Prego spesso, tutti i giorni, se riesco anche tre volte al giorno. Beh, non prego perchè vengano esauditi i miei desideri ma che le cose vadano bene, qualsiasi sia il finale di questa storia.
Non lo so, forse non so nemmeno io perchè t'ho scritto e t'ho comunicato questo mio malessere interiore. Forse perchè oggi proprio non va e mi sento tremendamente a pezzi. Le mura di casa mi sembrano più strette del solito, ogni luogo non sembra appartenermi. Ho voglia di uscire ma ho anche voglia di starmene a casa. Ho voglia di parlare con qualcuno ma anche di non vedere nessuno. Ho voglia di sfogarmi ma anche di stare zitto. Ho voglia di ubriacarmi ma anche voglia di dormire. Insomma....I drive myself insane! Mi piace più in inglese...perchè dà il senso di qualcosa di peggiore del più semplice "sto impazzendo". Però mi rendo anche conto che è limitato ad oggi. Ieri non stavo così e magari domani starò molto meglio.
Ma perchè cacchio t'ho scritto 'sta lettera?
C'è una canzone dei Modà che descrive molto bene quel che mi passa per la testa e me la sto ascoltando in "repeat" continuo sull'Ipod. Il titolo è "Tutto non è niente"...ma è anche vero che in questo periodo trovo un po' di me in ogni santissima canzone che ascolto e in ogni cavolo di film o telefilm che vedo in tv. Maledetta televisione!!! :)
Caro Rafa, che dirti? forse mi serviva uno sfogo....qualcuno a cui poter dire sinceramente: "Oh, sto male...cazzo, sto male e voglio dirlo!"...magari la prossima volta ti chiamo...
Vabbè, ti lascio al tuo lavoro...e alle tue vicende personali...
Un abbraccio
Lorenzo"

Questa lettera non andrebbe pubblicata e sicuramente il mio amico mi odierà. Ma in qualche modo si ritorna al post di ieri. Non bisogna trattenere le proprie emozioni solo per farsi vedere forti. A volte si rischia di esser visti così forti che quasi viene sminuito il sentimento di malessere che si prova. Il problema del mio amico è anche questo. A forza di farsi vedere forte (e neanche ci riesce sempre!), agli occhi altrui sembra anche un uomo pieno di forza e che passerà facilmente questo periodo. Chi lo conosce, come me, sa che questo periodo va avanti da decine di mesi...Eppure lui sembra quello forte che ogni tanto cede.
Eh no...in realtà è uno che cede sempre ma che ogni tanto riesce a farsi vedere forte.
Come sempre...questo è solo uno spunto di riflessione....per chi legge, per chi ha voglia di parlare o semplicemente voglia di passare cinque minuti a leggere un post e poi ragionare sulla propria vita indipendentemente da questo blog.

Ciao a tutti
RafaHell

UTILITA' E UTILITARIA

Stamattina avevo quasi scelto il tema della giornata, a seguito di un evento tanto assurdo quanto comune ormai.
Sono stato sorpassato da un'automobile...in un distributore di benzina!!! Ma è mai possibile? Così, in fase di uscita, dopo aver fatto il pieno...il classico giovanotto col cappellino "adagiato" sulla testa ma, chiariamo, non infilato!!! Con la sua bella Lancia Y Blu del 1995 decide di fare una manovra azzardata e sorpassarmi sgommando. Ecco, escludendo il discorso riguardante l'infrazione o cmq il comportamento poco educato, io ero venuto qui a scrivere per dedicare al fantastico pilota di quella Puffo-Macchina una serie infinita di sproloqui. Avrei poi fatto una riflessione sui giovani e sulla loro poca attenzione in strada.

Ma questa era solo un'idea...e la mia critica letteraria mi ha consigliato di lasciar perdere...

Arrivo nel mio splendido ufficio (splendido?) e trovo una mail. Non che sia un evento strano ma il mittente e il suo contenuto erano inaspettati.
Una persona che legge le mie parole, non in questo blog...una piccola pagina su Facebook, dove ogni giorno pubblico alcuni pensieri/poesie. Leggo quel messaggio, quella mail...e la mia mattinata cambia. In parole povere, quelle poesie aiutano qualcuno. Quei pensieri che io butto giù su dei fogliacci a righe ogni sera nel mio letto, aiutano qualcuno ad andare avanti, a sostenersi nella giornata.
Tutta la mia visione della giornata e della mia stessa vita è cambiata. Mi sono sentito UTILE. E' una bella sensazione. Tornando al post di ieri...quanti potrebbero dire di sentirsi utili? Ma utili davvero? Certo, a lavoro si è utili...in casa si è utili...ma quando ti rendi conto di essere utile ad una persona, beh, cambia tutto. E non me l'aspettavo. Non credevo che quelle immagini del mio cervello che io riporto su carta potessero avere un significato al di là della mia sfera di realtà.
Quello che mi ha stupito è stata la sincerità del messaggio. Si capiva che era reale, che davvero erano parole dette col cuore.
Un po' mi sono sentito capito, un po' appunto mi sono sentito utile. Ed è bello.
Così mi sono ritrovato a riflettere su quello che io posso essere per gli altri, in completa contraddizione con quanto scritto ieri. Certo, non fingerò mai uno stato di vita per gli altri ma sono un po' più cosciente di poter fare qualcosa di più.
Non so, è una sensazione strana che nemmeno so descrivere con coerenza. E' bella, una bella emozione.
Ingenuamente vorrei che tutti potessero provare un'emozione del genere. Potremmo essere tutti più utili, gli uni agli altri. Magari qualcosa cambierebbe...magari le nostre vite cambierebbero.
Invito tutti a raccontarmi una volta che vi siete sentiti UTILI davvero per qualcuno.
Oggi è così...sentirsi utili...
Strano anche come i due temi della giornata si leghino...UTILITA' e UTILITARIA :)
L'utilitaria Blu che ha commesso un'infrazione stamattina, l'utilità pari a zero che sicuramente ha quel tizio che la guidava, l'utilità delle mie parole per una persona...
UTILITA' E UTILITARIA....mi piace..... :)

mercoledì 27 aprile 2011

Premessa al viaggio

Diario di viaggio...un vecchio telefilm spaziale che odiavo da piccolo aveva spesso questa frase come premessa all'episodio.
Questo che ho in mente non è letteralmente un viaggio, ma lo sarà letterariamente. Un sorta di riflessione quotidiana su quanto accade a me, a voi o a chi mi circonda, per trarne spunti di discussione o semplicemente di razionalizzazione sulla propria vita.
Chissà! Forse lo faccio più per me che per l'umanità intera ma mi piace condividere e ascoltare tutti i pareri di chi mi circonda o anche di chi, sbadatamente, si ritroverà per caso su questa pagina senza sapere il motivo.
Ogni giorno passo (e passiamo tutti, ritengo!) la mia giornata completamente perso tra milioni di pensieri...azzarderei addirittura miliardi. I pensieri sono la forma più intima e pungente che abbiamo per riempire il cervello di altrettante preoccupazioni. C'è chi facilmente se ne frega e stampa un sorriso nuovo di pacca sul proprio volto e chi invece cerca di riciclarne uno vecchio, fingendo chissà cosa o chissà quale stato d'animo. C'è chi, come me, lascia il sorriso a casa sul comodino, accanto al letto. Parcheggiato in doppia fila, vicino al lago lacrimoso che ha preso forma nella notte. Non che io sia contento di questo, ma almeno non fingo. Qualche mese fa ho capito questa cosa: dal momento in cui nasciamo siamo vittime del mondo che ci circonda e, in pieno terzo millennio, siamo assolutamente succubi degli status symbol e degli stereotipi che ti impone la società. Il sorriso sempre aperto, l'addominale scolpito, l'acconciatura perfetta o la macchina sempre linda e splendente.
Ecco, mettiamola così, io ho smesso di stare dietro a questi propositi di falsa vita. La mia macchina è sporca e lercia, l'addominale lascia spazio ad una simpatica pancetta da tamburellare mentre guardo la tv e i miei capelli hanno molto più a che fare con un letto disfatto che con un pettine. Senza parlare del sorriso, che non devo necessariamente mostrare per dare piacere ad occhi altrui. Se mi va rido, se non mi va sto serio. Non vedo il male in questo mio vivere. Lo definisco, invece, molto sincero. Ecco, sono sincero. La sincerità è il mio faro luminoso.
Quanti davvero possono affermare di alzarsi la mattina ed essere quello che vogliono? Non mi riferisco a futili sogni di gloria e ricchezza perchè, vedete, anche su questo concetto c'è molta confusione. Se io chiedo a qualcuno se è quello che vuole ogni giorno, di certo riceverò una risposta negativa. "Eh, no...no che non sono quello che voglio". Ma questa risposta è dettata da piccole ed inutili cazzate che sono ormai perpetrate nella nostra piccola scatola cranica. Essere quel che si vuole non significa necessariamente essere ricco, essere  una star, essere un attore, un cantante o un personaggio famoso. E non significa nemmeno essere un personaggio in vista nel proprio lavoro o nella propria città (che poi nelle nostra città è facile esserlo!!!). Quando parlo di "essere quel che si vuole" faccio riferimento ad un concetto di libertà. La propria libertà. La libertà di essere sè stessi, nel bene o nel male.
Siamo effettivamente liberi di svegliarci la mattina e poter scegliere di essere tristi? (per fare un esempio)
Molti diranno "no, non possiamo". E per quale assurdo motivo???
Io la mattina mi alzo, scendo dal letto e penso a me. Come sto? Come uno straccio? E allora significa che passerò la giornata a strisciare per terra. Cosa c'è di male? Perchè mai dovrei alzarmi, uscire dal mio appartamento (altro argomento che tratteremo!!!) e stamparmi un sorriso falso per ogni persona che incontrerò nel mio percorso quotidiano?
Non è prettamente un discorso negativo, lo chiarisco. Ho fatto l'esempio più classico e basta. Perchè ognuno di noi ha le sue giornate no ma, piuttosto che rovinarsi la "facciata", si preferisce fingere. Si incontra un amico e va tutto bene. Si parla con la famiglia e va tutto bene. Si sta in ufficio e va tutto bene. No! Non è giusto, perchè a fine giornata si starà peggio! Per aver represso per troppe ore il proprio male.
Ma questo può essere associato a milioni di altri stati d'animo che caratterizzano la nostra vita, fatta di infiniti giorni.
Dove vado a parare? Non lo so. Come dicevo in apertura, questo è solo uno sfogo, uno spunto di riflessione per me....e magari anche per chi legge.
Oggi è così...domani magari parlerò dell'amore...altro concetto astratto che ci dona svariati stati d'animo...
Non lo so, vedremo come mi alzerò domattina. Ma sicuramente posso affermare una cosa: domani parlerò di quel che voglio....perchè domattina, quando mi sveglierò, sarò quello che voglio!